domenica 19 luglio 2015

Lo chalet dei fantasmi - seconda puntata

Come vanno le vostre vacanze? Vi siete portati un tablet per leggere sotto l'ombrellone i nostri gialli dei ragazzi inediti? Sia che siate beatamente spaparanzati al mare oppure in una piccola pausa dal lavoro in città, eccovi la seconda puntata del nuovo giallo dei ragazzi di P.A. Mirabelli. Ci sono veramente i fantasmi o i demoni, nello chalet del signor Pagni? Oppure c'è sotto qualche altro mistero? Voi che ne pensate? Leggete e avrete nuovi indizi da parte dell'autrice. Arrivederci poi al prossimo weekend per la puntata conclusiva.



V

Lentamente si avvicinò all’arto e scoprì la sagoma di un agnello morto.
- Ma è decapitato! – esclamò Deborah quando raggiunse il ragazzo.
- Probabilmente la testa era… - Carlotta s’interruppe, guardò il ragazzo per un istante, ma poi continuò. – Di te mi fido. Dicevo che la testa di questo agnello è stata usata da una setta demoniaca della quale abbiamo assistito ad un rito ieri sera. –
- Una setta demoniaca? – ripetè Oscar. – Non ho mai saputo dell’esistenze di una setta simile da queste parti. So invece che in uno chalet poco distante ci sono dei fantasmi. –
- Penso che i fantasmi di cui parlate tanto in paese siano i membri della setta. – rispose sorridendo Carlotta.
- Può essere. – convenne Oscar. – comunque, ora è meglio rientrare. Alloggiate distante da qui? –
- Nello chalet infestato! – rispose ironicamente Deborah.
I ragazzi si salutarono e le due amiche tornarono allo chalet.
- State ancora pescando voi due? – domandò Deborah raggiungendo Mirko e Luca. 
Quest’ultimo, senza alzare gli occhi dalla canna, rispose: - Sì. –
- Poveri pesci! – pensò dentro di sè Carlotta, raggiungendo la sorella in salotto. – Marianna! Deborah e io abbiamo conosciuto un ragazzo nel bosco. Si chiama Oscar e abita in paese. –
- E’ simpatico? – domandò distrattamente la sorella impegnata a far brillare un posacenere ormai troppo vecchio e usato.
- Sì. Ma la cosa più importante è stata la nostra scoperta: il corpo dell’agnello la cui testa è stata usata dalla setta ieri sera.-
- Era vera quindi! Vado ad informare Davide. – e detto ciò si precipitò con la sorella dal ragazzo che, comodamente sdraiato sull’amaca, continuava la lettura del suo libro. 
Dopo essere stato informato della scoperta, Davide decise di andare lui stesso ad osservare il corpo. Però, prima di inoltrarsi nel bosco, si avvicinò al fratello.
- Mirko, dovresti prendere informazioni sulle usanze delle sette demoniache, in modo da scoprire che riti sono soliti fare e che cosa intendono ottenere. –
- Ma… io… e i pesci? – 
- I pesci non scappano. – Fu la risposta sbrigativa di Davide. Recati al primo paese dove ci sia una biblioteca o un negozio di libri. – 
- Ma io non so guidare! – protestò ancora Mirko.
- Ti accompagnerà Marianna. Tu Carlotta ti occuperai del pranzo, mentre Deborah mi condurrà dall’agnello. – detto ciò si allontanò a grandi passi con la sorella. 
Non appena l’auto, che quella stessa mattina Davide aveva recuperato dal paese dopo la riparazione delle gomme, partì con a bordo Marianna e Mirko, Carlotta, con una smorfia, si accinse a preparare il pranzo.
- Luca! – gridò Carlotta, afferrando il fratello per un braccio. – Non credere di svignartela! Se io devo cucinare, tu prepari la tavola! –
Intanto Deborah condusse il fratello nel luogo del ritrovamento. 
- Ecco. E’ Lì. –
Davide si avvicinò ed osservò la sagoma. – Dev’essere morto da un paio di giorni. – sentenziò quasi subito. - Solitamente gli ovini non pascolano nel bosco, perciò qualcuno l’ha rubato o comperato. Dobbiamo informarci se a qualcuno manca un agnello in paese. Ce ne occuperemo oggi pomeriggio. –
- E l’agnello morto? – domandò Deborah.
- Lo lasciamo qui. Lo mangeranno le volpi. -
Nel frattempo Mirko e Marianna raggiunsero un paese a qualche chilometro dal loro. 
- Questo posto sembra abbastanza grande. – constatò Marianna abbassando il finestrino dell’auto. Speriamo ci sia una biblioteca. Ora domando. –
Fermata una signora bassa e grassoccia, con pochi capelli, vennero a conoscenza dell’esistenza di una piccola biblioteca gestita da volontari del comune. La raggiunsero in fretta e Mirko entrò. Nella piccola biblioteca stipata di libri chiese alla giovane volontaria il libro desiderato. La ragazza si fermò a pensare per qualche istante, poi lo accompagnò in uno stanzino ancora più piccolo e frugando tra i libri, impilati anche a terra, trovò con un grido di trionfo il libro cercato. Mirko lasciò i suoi dati per prenderlo in prestito e tornò all’auto.
- Che fortuna! – esclamò sedendosi sul sedile. – Quando ho visto il caos che c’era in quella biblioteca ho quasi perso ogni speranza di trovare qualcosa che potesse esserci utile. Ma fortunatamente c’era questo. –
E mostrò il libro all’amica che lesse: -“ I riti delle sette sataniche”. Direi che può andare. –
L’auto ripartì, ma non appena uscì dal paese Marianna esclamò: - Sta iniziando a nevicare. Dobbiamo sbrigarci se non vogliamo che le strade diventino impraticabili. – e detto ciò aumentò la propria andatura. Ad un tratto, però, fu costretta a frenare di colpo: un enorme albero, cedendo, sfiorò di pochi centimetri la loro auto!

VI

- Accidenti! – esclamò Marianna sconcertata. – Ci mancava poco che ci piombasse addosso. E adesso come facciamo a passare? – 
Mirko scese dall’auto mentre i fiocchi di neve cadevano sempre più fitti.
- E’ troppo pesante da spostare in due. Scendi e guarda se arriva qualcuno. – e mentre Marianna scendeva dall’auto e si allontanava lungo la strada, Mirko si avvicinò alla parte di tronco rimasta in piedi. Dopo alcuni istanti esclamò: Ma questo tronco non si è spezzato da solo! Qualcuno lo ha tagliato! E’ chiaro che qualcuno vuole sbarazzarsi di noi!  -
- La setta? – chiese Marianna tornando all’auto.
- Forse… Hai trovato aiuto? – alla risposta negativa della ragazza riprese: - Nel bagagliaio deve esserci una corda. Prendiamola. –
Una volta in possesso della corda i due ragazzi legarono saldamente un capo all’auto e l’altro intorno al tronco. Poi, mente il ragazzo spingeva il tronco, Marianna percorse alcuni metri in retromarcia. Quando imboccò una curva il tronco si accostò al bordo della strada. Mirko lo slegò e l’auto ripartì per la sua strada.

Dopo pranzo, durante il quale i due ragazzi raccontarono la loro avventura con l’albero caduto, Mirko si ritirò in camera a leggere il libro appena trovato.
- Davide, mi accompagni n paese? – chiese speranzosa Carlotta. 
- Va bene. Approfitterò di questo viaggio per scoprire se a qualcuno manca un agnello. –
- Vengo anch’io! – e senza aspettare risposta Luca indossò scarponi e giacca a vento.
Continuava a nevicare e le strade del paese erano deserte. Davide posteggiò davanti al negozio di alimentari e tutti scesero. 
- Chiederò informazioni alla negoziante. Voi cosa fate? –
- Io faccio un giro. – rispose Carlotta allontanandosi.
- Io… - incominciò Luca, ma la sorella lo precedette: - Tu resti con Davide. A dopo! –
Davide entrò, subito accolto da uno sgargiante sorriso. 
- Buongiorno! Siete venuti a fare compere? –
- No. – rispose semplicemente il ragazzo. 
L’espressione della donna cambiò. 
- E allora perchè siete qui? Avete dei problemi allo chalet? Ma io vi avevo avvertiti -
- Vorremmo solo un’informazione. – rispose secco il ragazzo al quale la donna, troppo chiacchierona, non andava molto a genio. – Se se qualcuno ha per caso smarrito un agnello? –
La donna pensò per alcuni istanti.
- Sì, alcuni giorni fa la signora Monticelli lamentava la scomparsa proprio di un agnello. – 
Dopo aver saputo l’indirizzo Davide uscì dal negozio, mentre Luca scartava allegramente il pacchetto di chewingum appena comperato. Riconobbe subito la casa dal numero, salì gli scalini innevati e bussò alla porta. Quasi subito una piccola signora aprì. 
- Cosa volete? – chiese vedendo I due ragazzi.
- Ho saputo che ha smarrito un agnello. Ho trovato il suo corpo decapitato nel bosco. Io e mio fratello facciamo parte di una lega contro la violenza sugli animali, perciò vorremmo sapere se ha qualche idea sull’identità di chi possa aver commesso una simile atrocità. –
La donna guardò Davide  e Luca. 
- Entrate, vi offrirò un pò di caffè. – 
Condusse i ragazzi in salotto, li fece accomodare e portò loro il caffè.
- Avete ragione, l’altra notte ho sentito dei rumori provenire dalla stalla. Ho chiamato mio marito e ci siamo precipitati fuori. Però era ormai troppo tardi. Un’ombra stava fuggendo con un sacco sulle spalle. Siamo entrati nella stalla e abbiamo scoperto che mancava un agnello! Sfortunatamente però non abbiamo visto il volto del ladro e non abbiamo idea di chi possa essere. –
Davide ringraziò, promettendo di cercare il ladro e di fargli rimborsare il valore dell’agnello. Dopo di che uscì seguito da Luca. 
Carlotta, intanto, passeggiava sotto la neve, quando s’imbatté proprio nel ragazzo che aveva conosciuto la sera della festa.  Sperando di non essere vista, fu sul punto di cambiare direzione. Troppo tardi: il ragazzo l’aveva riconosciuta e già si sbracciava dall’altro lato della strada!

VII

- Ciao! – esclamò sorridente raggiungendola. – Ti ricordi di me, vero? Io sono Fabio e ci siamo conosciuti… -
- Mi ricordo benissimo di te. – lo bloccò seccata Carlotta. 
- Ah, bene! Dove stai andando ? –
- Da nessuna parte, passeggio. –
- Ho un’idea. – esclamò Fabio davanti agli occhi terrorizzati della ragazza che si chiedeva che cosa avrebbe dovuto sopportare adesso. – ti mostro dove abito e ti offro una tazza di the, per scaldarci. –
- Beh, ecco, io… - Carlotta non sapeva come rifiutare il “noioso”  invito senza ferire troppo il ragazzo, quando una voce alle sue spalle le venne in aiuto: - Mi dispiace Fabio, ma Carlotta ha un appuntamento con me oggi. –
Entrambi si voltarono e videro Oscar, il ragazzo che Carlotta aveva conosciuto nel bosco. Per la ragazza quell’intervento fu provvidenziale, infatti a quelle parole Fabio salutò e si allontanò velocemente. 
- Grazie. – Carlotta emise un sospiro di sollievo. – Se non fosse stato per te, sarei stata costretta ad accettare l’invito. –
- Poverina. Non avrei voluto essere nei tuoi panni. Fabio è un ragazzo noioso, lo conosco. Però con me non discute perché una volta se le è prese! –
- Oh, poverino! – esclamò Carlotta ed entrambi risero.
- Comunque ha avuto una buona idea: che ne dici di venire a prendere il the a casa mia? Ti presenterò mia nonna. 
- Volentieri! – e i due ragazzi si incamminarono. 
Dopo qualche minuto si fermarono davanti ad una casetta innevata. Oscar bussò ripetutamente alla porta, finchè si aprì e comparve una vecchietta. Dopo il primo attimo di smarrimento, sorrise ai due ragazzi e li fece entrare. 
- Oscar! entrate pure. Scusate se non vi ho fatto entrare subito, ma non ti avevo riconosciuto! –
Oscar sorrise ammiccando a Carlotta: - Forse è meglio che tu metta gli occhiali, nonna. Avresti meno problemi. –
- Neanche per sogno! – rispose la donna. – Io non userò mai quello stupido aggeggio! – poi, rivolta a Carlotta, continuò: - e tu chi sei? Un’amica di Oscar? Non ti ho mai vista da queste parti. –
- Sono qui in vacanza. – rispose la ragazza mentre si accomodava.
- Nonna, ci prepareresti una tazza di the? –
I tre si misero a parlare. La piccola cucina era accogliente e la nonna di Oscar era simpatica, perciò Carlotta non si accorse che il tempo a sua disposizione per visitare il paese era scaduto. Ad un tratto entrò una ragazzina dai lunghi capelli corvini, semicoperta dalla neve. 
- Ciao! – salutò allegramente e si sedette a tavola con gli altri. 
- Flora, ti presento Carlotta. Carlotta, questa è mia sorella Flora.-
Le due ragazze si salutarono, poi Oscar raccontò delle scoperte fatte dai ragazzi dello chalet. 
- Visto che siete degli investigatori, forse potreste aiutarci! – esclamò ad un tratto Flora rivolta a Carlotta. Oscar annuì e la ragazza continuò: - Vedi, nostro padre, prima di morire, ci lasciò un messaggio scritto nel quale si parla di un tesoro nascosto. Però, per impedire che qualcuno potesse rubare il foglio e il tesoro, il messaggio non indica esplicitamente dove esso si trovi, ma è contraffatto! – 
Subito Flora si precipitò in un’altra stanza e tornò dopo alcuni minuti stringendo un foglio tra le mani: - Ecco qua! – 
Carlotta prese il foglio ingiallito dal tempo e lesse ad alta voce: - “Per trovare il tesoro nascosto, dovete contare dieci passi dalla punta dell’ombra della freccia maggiore in una notte di luna.” – 
- Noi pensiamo che il tesoro sia nascosto nei pressi dello chalet dove alloggiate voi, perchè un giorno ci disse che quello chalet “valeva una fortuna”. Però non sappiamo di che freccia parli il messaggio. –
- E’ un peccato! – intervenne la nonna. – Quel tesoro ci farebbe molto comodo adesso che il nostro fondo cassa è agli sgoccioli. – 
- Cercherò di fare il possibile. -  rispose Carlotta alle occhiate speranzose dei tre. – Cercherò di trovare qualche cosa di somigliante ad una freccia e vi informerò al più presto possibile dei risultati. – Improvvisamente guardò l’orologio e trasalì.
- Accidenti! Sono in ritardo di un’ora. Devo scappare. Spero che Davide e Luca mi abbiano aspettato! –
Salutati i suoi ospiti Carlotta usci accompagnata da Oscar. Quando scorse l’auto di Davide davanti al negozio di alimentari, salutò il ragazzo e corse in quella direzione.
- Era ora! – esclamarono i due ragazzi non appena la videro comparire. – E’ più di un’ora che ti aspettiamo. –
- Scusate. – fu la sola risposta della ragazza. Montò in auto e ripartirono.
Intanto allo chalet Deborah notò che aveva smesso di nevicare. 
- Io esco a fare due passi – 
Ma non appena aprì la porta d’ingresso, lanciò un urlo: un grosso teschio era piantato a qualche passo dalla porta!

VIII

Marianna si precipito dalla bambina. – Che cosa è successo? – esclamò allarmata.
Subito Deborah sui scostò dall’ingresso della porta e Marianna vide l’orribile teschio. Subito però si riprese: - Ma è un pupazzo di neve! Chi può averci fatto uno scherzo simile? – 
Scese gli scalini e si avvicinò al teschio di neve assieme a Deborah. 
- Uno scherzo lugubre, direi! – esclamò quest’ultima avvicinandosi con circospezione all’originale pupazzo.  – Per poco non mi veniva un infarto. –
- Prima il biglietto minatorio, poi il tronco tagliato e adesso il pupazzo – teschio. – osservò Marianna con aria cupa. – Sembra proprio che qualcuno abbia intenzione di spaventarci.-
- E ci è riuscito perfettamente! – concluse la bambina. – Rientriamo, mi è passata la voglia di passeggiare. Lasciamo qui la sorpresa per quando torneranno gli altri. Non vedo l’ora di vedere la loro reazione! – 
Circa un’ora dopo l’auto di Davide si fermò davanti allo chalet. 
- E questo cos’è? – domandò stupita Carlotta scendendo.
- Sembrerebbe un teschio. – rispose Luca osservando perplesso la strana “costruzione”.
- Già. – continuò Davide. – Un teschio di neve! –
- Scommetto che è stato Mirko ad ideare questo stupido scherzo.- commentò adirata Carlotta.
- Hai perso la scommessa! – Mirko si stagliò nel quadro della porta d’ingresso dello chalet. – Non sono io l’autore. E’ stata Deborah a trovarlo per prima. Si tratta di un altro stupido scherzo del nostro misterioso nemico. – 
- E’ meglio toglierlo di mezzo. Mirko, dammi una mano. – e Davide, preso un badile, iniziò la distruzione del pupazzo, subito imitato dal fratello.
Dopo cena i sei ragazzi si scambiarono le reciproche notizie.
- E così la signora Monticello non ha idea di chi possa avergli rubato l’agnello. – concluse il racconto Davide. – E tu Mirko, che cosa hai scoperto sulle sette demoniache? –
- Molto. Ormai sono  informatissimo sulla materia. Più o meno tutte le sette offrono sacrifici animali (alcune anche umani) e preparano intrugli bevuti a turno da tutti i membri. In quanto ai segni, dovremmo vedere di preciso che cosa riproducono. Con i pochi elementi che possediamo non sono in grado di identificare questa setta. Dovremmo cercare di saperne di più sul loro conto. –
- Probabilmente cercano un tesoro sepolto! – intervenne improvvisamente Carlotta.
Tutti la fissarono.
- Cosa? – chiese Davide. – Ma di quale tesoro stai parlando? –
- Vedete, anche io questo pomeriggio ho ottenuto delle informazioni interessanti. – rispose sorridente la ragazza che subito mostrò agli altri il foglio avuto da Flora.
- Interessante. – mormorò Davide. – Ma questo che cosa c’entra con la setta? –
- Oscar, il ragazzo a cui appartiene il foglio, mi ha detto che quel tesoro apparteneva a suo padre e di avere buone ragioni per credere che esso si trovi nei pressi dello chalet. Perciò, visto che gli incappucciati si sono fermati proprio qui davanti, io ho pensato… -
- Io non ho letto di nessuna setta specializzata nel ritrovamento di tesori scomparsi. – la interruppe ironico Mirko.
- Che sciocco! – ribattè Carlotta. – Che ne sappiamo che si tratti di una vera setta demoniaca? Potrebbero semplicemente essere degli uomini che, saputo del tesoro, vogliono impadronirsene. Però, visto che non sanno dove esso si trovi esattamente, potrebbero chiedere aiuto a Satana perché gli indichi il luogo esatto. 
- Potrebbe essere, in effetti. – intervenne Davide. – Però dubito che Satana possa aiutarli, dal momento che io non credo alla sua esistenza, o meglio, non credo che possa comunicare con gli uomini. –
Improvvisamente il vetro di una finestra andò in frantumi e un pacchetto cadde nella stanza.

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