sabato 30 maggio 2015

Il disco rigato - seconda puntata

Eccitanti avventure, in questa seconda puntata, per i ragazzi coinvolti nel caso del disco rigato. C'è da scoprire cosa cercano realmente i visitatori notturni che si introducono nelle case della città, a quanto pare seguendo meticolosamente una certa lista, ma senza rubare nulla! Buona lettura e arrivederci al prossimo weekend per la terza e ultima puntata!


V

- Dobbiamo preparare un piano! – fece Davide rivolto agli amici.
I sei ragazzi erano riuniti nel garage.
- Ho letto sul giornale che ieri c’è stata un’altra visita notturna, questa volta in casa Coccia. Come potete constatare anche voi Coccia è il nome che precede Franzi nella lista. – e mostrò la lista con i nomi ai ragazzi. Quindi, visto che ultimamente le visite sono avvenute ogni due giorni… -
- Domani sera il visitatore notturno si presenterà a casa nostra! – finì la frase Marianna.
- Esatto! Per questo dico che bisogna preparare un piano. – Davide si alzò e si avvicino al cassetto di un mobile che teneva in garage, lo aprì e ne estrasse un foglio e una penna. Quindi tornò a sedersi. – Voi abitate al sesto piano. –
- Non sarà tanto facile raggiungere una tale altezza – disse Mirko. – Sicuramente si arrampicherà dai terrazzi sottostanti, sulla facciata che dà sul cortile. In questo modo correrà meno il rischio di essere visto. –
- L’unica portafinestra che dà sul cortile è quella della sala – ricordò Marianna. – Quindi entrerà sicuramente da quella stanza. – 
- E sarà in sala che porteremo i dischi. – continuò Davide. – Così li troverà subito! –
- No! – lo interruppe Carlotta. – Non userai i miei dischi! Porta i tuoi. Non voglio che corrano il rischio di finire in mille pezzi!-
- Non essere sciocca Carlotta. Non accadrà nulla ai tuoi dischi. In tutte le case che ha visitato il nostro uomo non ne ha mai rotto neanche uno. – la rimproverò Davide. – Ascoltatemi. Noi metteremo i dischi in sala, dove potranno essere visti facilmente, poi ci nasconderemo e al momento giusto balzeremo addosso al visitatore! Tutti d’accordo? – 
Tutti annuirono.
- Come faremo con i genitori? – domandò Deborah.
- Questo è il problema. – riconobbe Davide. 
- Avrei io la soluzione per i signori Franzi. – fece Mirko. – I genitori di un mio compagni di pallacanestro gestiscono l’albergo “Rose Rosse”. Potremmo pagare loro una stanza d’albergo per domani sera e per la mattina seguente. –
- Buona idea! – intervenne Marianna. – Il loro anniversario di matrimonio è fra tre mesi, quindi noi potremmo fare loro un regalo in anticipo, dicendogli che ci è capitata un’occasione imperdibile. –
- Avete avuto un’ottima pensata. – si congratulò con loro Davide. – Racconteremo la stessa storia ai nostri genitori, aggiungendo che noi tre trascorreremo la notte a casa vostra, per tenervi compagnia. –
I ragazzi si salutarono e tornarono alle rispettive case.
L’indomani Carlotta e Luca si recarono all’albergo “Rose Rosse” dove i proprietari erano già stati avvisati da Mirko, e prenotarono una stanza per quella notte.
- Accidenti, quanto è cara una stanza. – constatò Carlotta. 
- Abbiamo dato fondo a tutti i nostri risparmi. – sbottò a sua volta il fratello.
- Beh, almeno mamma e papà non saranno in casa questa notte. –  si consolò la ragazza. – Ora non ci rimane che convincerli ad andare. –
Convincere i signori Franzi a trascorrere una notte in albergo e lasciare soli i figli non era un’impresa facile. Occorsero tutta la capacità di persuasione di Marianna e l’insistenza di Carlotta e Luca per farli cedere. Ma alla fine i ragazzi trionfarono. Anche Davide e i fratelli riuscirono a farsi accordare il permesso di passare la notte in casa Franzi. Così, all’ora di cena, i sei ragazzi salutarono i signori Franzi, che si diressero all’albergo felici e sorridenti.
- Su, ceniamo ora. – fece Marianna, appoggiando i cibi in tavola. – Non si farà vivo molto presto il nostro ospite. –
- Infatti. – confermò Mirko. – La signora Pino ci ha riferito di aver sentito dei rumori verso le due. – 
- Oh cielo! E che cosa faremo in tutto questo tempo? – si preoccupò Deborah.
Dopo aver cenato i ragazzi cercarono di dormire un po’, facendo i turni,  per essere più riposati al momento di agire. Intono all’una iniziarono le operazioni. Carlotta mise tutti i suoi dischi su un tavolino della sala e si nascose dietro al divano con Deborah. Davide si nascose invece dietro alla porta accostata alla parete e Mirko dietro alla poltrona situata vicino alla finestra. Infine Marianna e Luca si accucciarono dietro il mobile bar. Dopo un bel po’ di tempo sentirono un rumore sul lato esterno della porta finestra del terrazzo e improvvisamente un vetro si staccò. Un uomo vestito di nero entrò nella stanza, accese una torcia, si guardò attorno e si diresse verso i dischi. I ragazzi stavano per intervenire quando lo squillo del telefono squarciò l’aria!

VI

Non appena lo squillo risuonò nell’aria, l’uomo vestito di nero si precipitò sul terrazzo e scavalcò la ringhiera, mentre i ragazzi balzavano fuori dai loro nascondigli.
- Non lo raggiungeremo mai per di qua! – esclamò Davide che, affacciato alla ringhiera, vedeva l’uomo scendere rapidamente da un terrazzo all’altro. – Cercherò di seguirlo con la mia auto.-
- Vengo con te! – disse Marianna.
I due ragazzi si precipitarono giù dalle scale e balzarono in auto proprio quando l’uomo in nero ripartiva su un’utilitaria blu.
Intanto, in casa, Carlotta rispose al telefono.
- Pronto? –
- Calotta, tesoro, scusa tanto. – rispose una voce a lei molto nota: la signora Franzi.
- Mamma! – sbottò la ragazza. – Ma che cosa c’è? Ti pare l’ora per telefonare? Sono le due! – 
- Scusate – ripetè la donna. – so che è molto tardi e che stavate già dormendo,  ma tuo padre ed io siamo ossessionati dall’idea che non chiudiate bene i fornelli. So che Marianna spesso è distratta e che una delle manopole non si chiude tanto bene… -
- Grazie Mamma. Vado subito a controllare. Stai tranquilla e tornate a dormire! Ciao. –
- Maledizione! – grugnì Mirko. – Proprio nel momento meno adatto a tua madre è venuto in mente la manopola del gas! Ci ha rovinato tutto! –
- Ora non ci resta che sperare che Davide e Marianna riescano a catturare quell’uomo. Aspettiamo. – concluse Luca gettandosi sconsolato sul divano.
L’auto di Davide correva a pazza velocità per non perdere di vista quella del visitatore notturno.
- Se riesci ad avvicinarti di più, forse riesco a prendere il numero di targa. – propose Marianna seduta al fianco del guidatore.
- Sarebbe inutile – rispose il ragazzo. – domani quella macchina avrà già cambiato colore e targa. O sarà abbandonata sul ciglio di una strada. Sicuramente è rubata. L’unico modo per sapere chi è e cosa vuole è quello di catturarlo questa notte stessa. –
Ora l’auto che stavano seguendo svoltò a sinistra. L’auto di Davide la imitò e i due ragazzi si trovarono in un vicolo cieco. Davide frenò e scese a terra, seguito dalla fidanzata. Entrambi si guardarono attorno sbalorditi: l’auto del visitatore notturno era scomparsa! 
- E’ sicuramente nascosta qui da qualche parte. – sentenziò il ragazzo. – Cerchiamola. –
Si trattava di un vicolo abbastanza grande, chiuso dalla parete di un palazzo piuttosto vecchio. Vecchio e malandato era anche il capannone che si trovava sul fianco sinistro. Tutto il lato destro era invece occupato da un altro palazzo.
- Potrebbe essersi nascosto nel capannone. – suggerì Marianna.
Davide si avvicinò al capannone ma a pochi metri da esso la porta che aveva di fronte si aprì e ne uscì un uomo. Era basso, grosso e tarchiato, con capelli e occhi scuri. Indossava una giacca e dei jeans vecchi e malandati. Guardò i due ragazzi con sguardo duro e viso arcigno.
- Che volete? – li apostrofò con voce roca.
Davide indietreggiò e rispose: - Scusi, ha visto un’utilitaria blu fermarsi da queste parti? –
- No! – rispose l’altro senza esitazione. – Qui non è passato nessuno. E vi sembra questa l’ora per andare in giro a cercare un’auto? –
L’uomo appariva molto seccato, ma Marianna chiese a sua volta, senza timore: - E a lei sembra questa l’ora giusta per essere ancora sveglio e vestito?  – 
L’omaccione la guardò torvo: - Non sono fatti suoi, signorina! Comunque io resto sempre fino a tardi in magazzino, per riordinare i rottami che mi portano alla sera. E’ il mio lavoro. Si ritiene soddisfatta?  –
La ragazza stava per ribattere, ma Davide la precedette: - Scusi tanto, noi non volevamo importunarla. Ce ne andiamo subito. – 
Risalì sulla sua auto con Marianna e, fatta retromarcia, ripartì a tutto gas. 
- Ma perché siamo andati via così? – lo rimproverò la ragazza. – sono sicura che il visitatore notturno e la sua auto erano nascosti nel capannone. – 
- E cos’altro potevo fare? – rispose irritato il fidanzato. – Non potevo certo irrompere nel magazzino con quell’energumeno di fronte. E ho visto un’ombra all’interno. Sicuramente non era solo e mi avrebbero mandato all’ospedale. Non sono mica pazzo! – 
Marianna non rispose, ma rimase silenziosa per tutto il percorso.

VII

Il mattino seguente i signori Franzi rientrarono a casa dall’albergo e i tre giovani Fossi salutarono gli amici. Fortunatamente era domenica così, visto che erano tutti molto stanchi, riuscirono a riposarsi un po’. La mattinata proseguì tranquilla, mentre il pomeriggio riservò loro una sorpresa. Carlotta e Luca stavano svolgendo i propri compiti di scuola quando il telefonò squillò insistentemente.
- Questo squillo mi innervosisce! – esclamò Luca, ricordando l’imprevisto della notte precedente. Nonostante ciò il bambino corse a rispondere. – Carlotta, è per te. – gridò dopo aver sollevato il ricevitore. 
La sorella lo raggiunse: - Sì? Sei tu Samantha? Che cosa ti è successo? Perché sei così agitata? –
Dall’altra parte del ricevitore Samantha, cercando di restare calma, spiegò: - Il disco! Quello che mi hai regalato tu! Ci sono incise strane cose! Parola sparpagliate senza significato. Vieni qui, presto! Ti spiegherò tutto. – e detto questo riattaccò.
Carlotta rimase interdetta.
- Luca, corri a chiamare Davide e gli altri. – ordinò poi. – Io vi aspetto da Samantha. Il fratello non se lo fece ripetere due volte, uscì di casa, si precipitò giù dalle scale, inforcò la bicicletta e si diresse verso casa Fossi, ad un paio di isolati di distanza. 
Quando i quattro ragazzi arrivarono a villa Cavazzana, Carlotta e Samantha stavano discutendo in camera di quest’ultima. Non appena entrarono Carlotta spiegò: - Samantha mi ha riferito che, mentre feceva i compiti ed ascoltava il disco di Mozart, proprio la facciata rigata, il fratellino Eros, per gioco, ha abbassato tutto l’audio. Ed è stato allora che ha sentito delle strane parole. –
- Hai già ascoltato il disco? – le chiese Mirko.
- No, aspettavo voi. – 
- Samantha lasciò l’audio a zero e rimise la puntina all’inizio della facciata del disco. Tutti rimasero in ascolto senza fare il minimo rumore. Ogni volta che la puntina scorreva sul solco si udiva una parola. Le parole pronunciate dall’inizio alla fine del solco erano: 
“n e ve più a, ar sta vicino al mare, il 29 del 4 83 a, pendio e discesa qui s sta, aride meno t.”
I ragazzi si guardarono l’un l’altro sbalorditi. E quello cos’era?
- Dobbiamo risentirlo. – fece Davide. – Mirko trascrivi ogni parola. –
Samantha rimise la puntina sul disco e porse foglio e penna al compagno di scuola. Le parole ricominciarono, susseguendosi apparentemente senza ordine né significato.  Quando terminarono Mirko diede il foglietto scritto al fratello che lo esaminò attentamente. 
- E’ sicuramente questo il disco che il visitatore notturno cercava. – esclamò Deborah.
Gli altri annuirono. 
- Mi chiedo che significato può avere – mormorò Davide. – Io non ci capisco niente. –
- Per me è senza senso! - concluse Luca sdraiandosi sul letto. – Io non ho intenzione di scervellarmi per tradurre un messaggio cinese. –
- Se fosse cinese sarebbe molto più semplice decifrarlo. – rispose Mirko. – Basterebbe comperare un dizionario! – 
- Una cosa però l’ho capita. – esclamò Davide. – Il 29 del 4 83 è il 29 di aprile, cioè di questo mese, e dell’anno 1983, cioè di quest’anno! – 
- Sai che sforzo! – lo schernì la sorella. – Questo lo avevo capito anche io. –
Il ragazzo aprì la bocca per controbattere, ma Carlotta lo precedette e gli chiese: - Posso tenere io il foglio con il messaggio? –
Nessuno fece obiezioni e, salutata Samantha, tornarono a casa. 
Più tardi, al rientro dal lavoro, Marianna fu informata dell’accaduto. Ma le emozioni della giornata con erano ancora finite. Prima di mettersi a letto Carlotta e la sorella diedero un’altra occhiata al messaggio scritto sul foglio, senza però riuscire a ricavarne nulla. A tarda notte, mentre casa Franzi era profondamente immersa nel sonno, il telefono squillò. Carlotta si alzò dal letto e brancolando nel buoi, raggiunse il ricevitore. Alzò la cornetta e udì la voce di Samantha. La ragazza era nuovamente molto agitata.
- Carlotta! – mormorò. – Un uomo! Un uomo era in casa mia! -

VIII

- Vieni qui, per favore! Arriverà anche la polizia. Puoi venire, vero? – implorò Samantha.
- Ma… - Carlotta guardò l’orologio: le due!Nonostante l’ora tarda la ragazza non se la sentì di rifiutare un favore alla sua più cara amica. – Va bene, vengo. –
Rassicurata Samantha, Carlotta si vestì, spiegò l’accaduto al padre e gli chiese di accompagnarla. Marianna andò con loro, mentre Luca restò a casa con la madre perché ritenuto troppo piccolo, e se avesse perso la notte di sonno, avrebbe rischiato di addormentarsi l’indomani mattina a scuola.
Quando l’auto del signor Franzi giunse a villa Cavazzana, la polizia si trovava già sul posto. I tre entrarono e Samantha si fece loro incontro. Era pallida. Anche se si trattava di una cosa da poco, la ragazza era molto agitata. Carlotta cercò di calmarla, ma anche lei si sentiva a disagio. Nella villa erano presenti alcuni poliziotti ed era la loro presenza che la intimidiva. Il signor Franzi, al contrario, si unì subito al gruppetto di agenti che discutevano con il padrone di casa. Intanto Samantha condusse le amiche in cucina e tutte e tre presero una tazza di the.
- Vi spiegherò che cosa è accaduto – disse Samantha, sedendosi.-  Questa notte un rumore mi ha svegliata.  La mia stanza avrebbe dovuto essere completamente al buio, invece ho visto una luce sulla parete di fronte al mio letto. A poco a poco i miei occhi si abituarono alla semioscurità e scorsi una figura accovacciata davanti allo stereo. La figura estrasse qualcosa dal ripiano dei dischi. Quando fui abbastanza sveglia da comprendere ciò che stava accadendo urlai. La figura si voltò verso di me. Era un uomo ma, anche se lo rivedessi, non lo riconoscerei, perché aveva il volto nascosto da un cappuccio. Dopo aversi fissata per un secondo l’uomo fuggì attraverso la finestra. Quando i miei genitori piombarono nella stanza era già lontano. Ho raccontato loro quel che era successo, loro hanno chiamato la polizia e io ho chiamato voi. Prima, però, abbiamo fatto un sopralluogo nella stanza, per vedere se l’uomo avesse rubato qualcosa, ma non mancava nulla. Ad un tratto ricordai che l’uomo aveva afferrato qualcosa tra i dischi e mi precipitai a vedere. Sapete che cosa ha rubato? –
- Il disco di Mozart! – esclamarono all’unisono le due sorelle. 
- Proprio così. – confermò l’amica. – Avevo sentito parlare delle visite notturne in casa dei possessori di quei dischi, ma non credevo venisse anche in casa mia. E poi sapevo che nelle altre case non era stato rubato nulla. Mi dispiace che invece si sia portato via il mio disco. –
- Lo ritroveremo, vedrai. – la rassicurò Marianna. – Carlotta, non trovi strano il fatto che il visitatore notturno sia venuto proprio qui? Il nome di Samantha non figurava sulla lista, perciò come ha potuto sapere che il disco si trovava in questa casa?  -
- Probabilmente ci ha seguito! – rispose la sorella. – Tu e Davide eravate arrivati ad un vicolo cieco la notte dell’agguato, vero? E lì avete trovato un uomo dall’aspetto poco rassicurante. Quell’uomo potrebbe essere un complice del visitatore notturno e avrà sicuramente preso il numero di targa dell’auto di Davide. –
- Così ha rintracciato la sua casa, l’ha sorvegliato  e ieri, quando vi siete riuniti qui, vi ha seguito. – continuò Marianna. – Poi vi ha spiati e ha così scoperto che quello era il disco che cercavano. Questa notte l’uomo vestito di nero è venuto qui e l’ha rubato. –
I loro discorsi vennero interrotti dall’arrivo del signor Franzi.
- La polizia ha cercato qualche impronta del ladro, ma non ha rinvenuto nulla. – fece, rivolto alle tre ragazze. – Inoltre ritengono che il furto di un disco sia solo una ragazzata, e non un vero reato, ma hanno assicurato che se sapranno qualche cosa avvertiranno. Ragazze, è meglio tornare a casa adesso. Anche la polizia se ne sta andando. – 
Samantha accompagnò i tre al cancello e prima di salutarsi Carlotta le sussurrò: - Non parlare con la polizia o con i tuoi del messaggio inciso sul disco. Ce ne occuperemo noi e sono certa che risolveremo il mistero. – 
Le ragazze si salutarono e Carlotta salì sull’auto che ripartì subito. 

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