venerdì 20 dicembre 2013

Un lampo nell'ombra di Sergio Rossi

Ecco la mia prima recensione di un giallo per ragazzi contemporaneo! Un Lampo nell'ombra, pubblicato nel 2013. Sergio Rossi ci porta a Bologna ai primi del novecento per seguire le avventure di Enea, giovane poliziotto della neonata polizia scientifica, alle prese con omicidi, indagini e avventure, grazie anche alla sua memorabile spalla, la bella combinaguai Conchita. Lo stile è semplice, ma il narrato è fittissimo di dati e riferimenti storici, geografici e letterari, il che è divertente, ma anche un po' pesante a forse un po' fuori target, se si parla di un romanzetto da catalogare come giallo per ragazzi. Anche l'ambientazione lontana nel tempo e il protagonista adulto allontanano questo libro dai clichet adolescenziali di noi lettori dei gialli dei ragazzi. Questo è interessante ma non favorisce l'immedesimamento del lettore. Inoltre resta il dubbio che sia davvero adatto anche ai ragazzi d'oggi. Parliamo comunque di un romanzetto ben scritto e confezionato con professionalità, con la potenzialità di avere un seguito e dar inizio a una serie. Insomma tutto sommato non è male, e poi questo passa il convento, ovvero Feltrinelli.

10 commenti:

  1. Come forse sapete, noi blogger possiamo leggere dei dati sull'origine del traffico che interessa i nostri blog, e per quanto riguarda "Un lampo nell'ombra" risulta che diversi navigatori sono arrivati a questo post attraverso una ricerca del tipo "un lampo nell'ombra riassunto" il che indica chiaramente che qualche insegnante, non so se alle elementari o alle medie, ha assegnato la lettura di questo libro come compito scolastico, e che inoltre qualche studente "furbastro" anziché fare i compiti, si è messo alla ricerca di un qualcosa di già pronto su internet! Questo è divertente, dal mio punto di vista, ma lasciatemi dire, cari ragazzini svogliati, che un compito bello come leggere un libro giallo non c'è proprio motivo di evitarlo! Fosse capitato a me quando andavo a scuola!

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  2. tre stelle sono troppe per quello che chiami "romanzetto". Troppo autoreferenziale con le citazioni: sia su quelle storiche- culturali che sembrano messe lì come se l'autore volesse dici:" guardate quanto sono colto", più che per ricostruire un'epoca; sia su quelle sulla madre del protagonista( mi chiedo se la madre, quella VERA dell'autore, ci abbia trovato qualche similitudine). A metà trama mi sono persa, tra una pistolettata e l'altra e dubito che nella Bologna del 1906 uno straniero potesse aggirarsi in un ambiente grande come un fazzoletto da naso, mantenendo una doppia identità o copertura.

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  3. Ciao! Benvenuta! Ma sì, forse sono stato troppo buono, chi lo sa. Ma per le cinque stelle sono più esigente.

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  4. Ho sempre ammirato Sergio per come sa scrivere i suoi articoli di critica letteraria da quando aveva 19 anni, ma non lo trovo altrettanto brillante come autore.Manca della profondità,della originalità che fa grande un autore.Vuole e può dimostrare di essere bravo e sapiente, ma non va oltre i modelli. Per quanto all'inizio ci prenda la sua scrittura e crei aspettative sulla trama e personaggi , alla fine sembra quasi voler conclude la storia riassumendoci i contenuti che non avevamo capito della trama.Fossimo figli scemi, per capirci e non mancanze sue di chiarezza o approfondimento di temi e personaggi che ci ha "lanciato".

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  5. Fossi stata sua sorella, i suoi ipotetici riferimenti letterari sulla madre del protagonista mi avrebbero fatto sorridere.Avrei immaginato la madre, quella vera, troppo lusingata dall'essere citata per farsi un'autocritica. Cosa di cui non sarebbe stata capace comunque, se l'avessi conosciuta.Periodo ipotetico dell'impossibilità :)

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  6. Ciao! Non conosco S.R. come autore se non per questo libro. Ho letto il libro due anni fa, e questo tema della madre, o io all'epoca non l'ho notato, oppure l'ho dimenticato poi. Essere un maniaco e leggere da 40 a 60 gialli all'anno ha degli inconvenienti! Per cui le tue note mi hanno incuriosito, ma non ho potuto ancora rileggere il libro per rinfrescarmi la memoria, perché... non lo trovo più!

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