Ed eccovi un nuovo giallo per ragazzi, completamente inedito, tratto dall'archivio segreto di P.A. Mirabelli! Nuovi personaggi e nuova ambientazione rispetto a La palestra stregata: qui siamo a Parigi! L'indizio nell'orologio è stato scritto quando la giovanissima autrice aveva appena dodici anni, e vede la luce qui per la prima volta. Lo pubblicheremo in tre puntate. Buona lettura!
L'INDIZIO NELL'OROLOGIO
di P.A. Mirabelli
Ecco il primo giallo della serie “Gli insuperabili fratelli”. Il maggiore dei fratelli è François La Moriel Ha sedici anni, capelli biondi, occhi azzurri ed è piuttosto alto. E’ molto simpatico e intelligente, frequenta il secondo anno di perito elettronico.
L’altro componente del gruppo è Chantal La Moriel, una simpaticissima ragazzina di tredici anni. Ha anche lei i capelli biondi, gli occhi verdi. Frequenta la terza media. E’ molto intelligente e molto spesso litiga con il fratello, come capita in tutte le famiglie.
Un elemento, però, accomuna i due fratelli: la loro passione per i gialli, che sapranno risolvere con destrezza. Forza, allora. L’avventura ha inizio.
I
Era un bel pomeriggio di primavera a Parigi. Nel giardino della grande villa della famiglia La Moriel Chantal si dedicava al suo passatempo preferito, il disegno. Stava, infatti, ritraendo un gruppo di alberi fioriti. François, invece, stava tentando di aggiustare una rottissima e vecchissima radio.
- Ragazzi! – strillò Lucy, con un tono di voce che non prometteva niente di buono. – Questa sera Vicky e John verranno a cena da noi. Mi raccomando, comportatevi bene! –
La notizia era tragica. Sia Chantal che François sapevano quanto fosse noioso sorbirsi per l’intera serata Vicky e i suoi pettegolezzi. Ciò rese scontrosi i ragazzi per l’intero pomeriggio.
Sapeste cosa mi ha detto! – cominciò Vicky.
- Il signor La Moriel approfittò di una piccola pausa dell’ospite e disse: - Visto che ho mangiato troppo, andrò a fare una passeggiata. –
- Era chiaro che era già stordito dalle troppe chiacchiere.
- Vengo anch’io! – esplosero insieme Chantal e François.
- Niente affatto, voi restate qui. – precisò Lucy.
Fortunatamente la conversazione prese toni interessanti.
- Sai cos’è successo all’amica di Livy? La settimana scorsa ha ereditato cento milioni da un lontano parente e, fatto strano, non è ancora andata a ritirarli, anzi è introvabile! –
- Strano. – pensò François – Solitamente, dopo una notizia simile, gli eredi si precipitano dal notaio come fulmini! –
- Forse non ha ricevuto il messaggio da parte del notaio. – osservò Chantal.
- Niente affatto! L’ha ricevuto eccome! Doveva partire il giorno prima della sua scomparsa! –
- La polizia è stata avvertita? – chiese Lucy.
- Oh, sì. Pensa che hanno anche ispezionato la casa del defunto. Uno di questi giorni andrò con Livy proprio laggiù. Vuoi venire anche tu?-
Una strana idea balenò in testa a Chantal. La faccenda era proprio interessante!
II
- Sei pazza! – affermò il pomeriggio seguente François a Chantal. – Andare con Vicky nella Loira! Impazzirei! E poi, per quale motivo dobbiamo fare questo massacrante viaggio? –
- Ma che domanda, François! Per scoprire dov’è finita l’amica di Livy. Forse troveremo qualcosa.
- Niente da fare, non sprecherò alcuni giorni di scuola per le tue strambe idee! –
- Ah, sì? E se io raccontassi alla mamma cosa avete fatto tu e Michel la settimana scorsa? –
- Ricattatrice! –
E così Chantal e François partirono per alcuni giorni alla volta della Loira insieme a Vicky e Livy. Dopo ore di viaggio i quattro giunsero a destinazione.
- Ecco il castello del vecchio William Aghawam! – annunciò Vicky.
Il castello era maestoso, circondato da un bellissimo giardino. La gita cominciava a piacere anche a François. Furono subito bene accolti dalla servitù. Sistemati i bagagli nelle rispettive stanze, i quattro ospiti scesero nello studio per conoscere il notaio Lafayette. Qui il notaio spiegò che l’eredità spettava soltanto ad Agatha Aghawam, poichè era l’unica parente rimasta in vita. I soldi si trovavano ancora nel vecchio castello, custoditi nella cassaforte dello studio. Entrò allora nella stanza Jeanne, una cameriera, per invitarli ad accomodarsi in sala da pranzo.
A tavola continuarono la discussione e, ad un certo punto il notaio, presa la bottiglia dell’acqua, si fece pallidissimo, affermando:
- Odore di mandorle amare. Ma questo è cianuro! –
La parola fece sobbalzare i presenti. Fortunatamente nessuno aveva ancora bevuto.
- E’ terribile! – affermò Chantal. – Qualcuno ha tentato di ucciderci! –
- Si sono già verificati incidenti simili? – chiese François.
- Che io sappia no. – rispose il notaio.
- Chi vive nel castello oltre a voi e a Jeanne? – chiese Vicky.
- La cuoca, il maggiordomo, un’altra cameriera e il guardiano – giardiniere. Tutte persone fidate. –
Dopo la spiacevole scoperta, passò a tutti la fame. Quindi François e Chantal ne approfittarono per fare un giro d’ispezione nel giardino. Un signore di mezz’età si stava occupando dei fiori. François aveva un debole per i fiori e una volta, insieme all’amico Michel, provò un innesto. Quindi trovò subito un argomento per fare conoscenza con il giardiniere.
- Sì, gli innesti sono molto delicati e richiedono molta pazienza. Per questa rosa azzurra, ad esempio, mi ci sono voluti ben cinque anni. –
A differenza di François, che trovava molto interessante l’argomento, Chantal si annoiava moltissimo a sentir parlare di fiori. I fiori, per lei, servivano solo come ornamento. Quindi si allontanò dai due e, dopo alcuni passi, si arrestò davanti ad un’aiuola che trovò molto strana, in quanto interamente coperta di foglie.
- Forse serve per proteggere un tipo di fiori delicato. – pensò. Ma i suoi pensieri furono presto interrotti.
- Chantal, ma dove ti sei cacciata, accidenti? –
Era la voce di François.
- Sono qui. – rispose alzandosi la ragazza.
- Chantal, sei la solita guastafeste. Mi stavo divertendo ad ascoltare i discorsi floreali del giardiniere e, ad un tratto, tu sparisci! Spero almeno che tu abbia trovato qualche traccia utile. –
- No, niente di particolare. Rientriamo pure, qui non c’è nulla e sta iniziando a fare freddo. –
Chantal pensò che, data la furia del fratello, non fosse il caso di fargli domande che lui avrebbe ritenuto sciocche.
Rientrati nel castello i due ragazzi ispezionarono la cucina, la sala da pranzo e lo studio. Erano certi che, trattandosi di un castello, ci sarebbero stati dei passaggi segreti. Quindi alzarono e spostarono tutti gli oggetti e tastarono i muri. Era stato tutto lavoro inutile e i ragazzi, stremati e delusi, si ritirarono nelle loro stanze.
Tempo dopo Nicole, l’altra cameriera, li chiamò per la cena. Mentre attraversavano il grande salone per giungere al tavolo, dove erano già seduti gli altri ospiti, François sentì un rumore di catene. Un sospetto gli attraversò la mente. Guardò il soffitto. Fece appena in tempo a rotolare lungo il pavimento trascinando con sé la sorella, che un grande lampadario del salone si schiantò al suolo con un gran rumore, al quale fecero eco le grida dei presenti.
III
Il notaio corse ad aiutare i due ragazzi ormai salvi. François aiutò la sorella, ancora stordita, ad alzarsi ed entrambi furono fatti sedere. Subito Vicky e Livy accusarono il maggiordomo e le cameriere di tenere oggetti troppo vecchi e quindi pericolosi. I tre si scusarono affermando che non era mai accaduto un incidente simile prima d’ora. I due ragazzi non erano affatto convinti che si trattasse solo di un semplice incidente. Troppi fatti strani si verificarono in quel castello dal momento del loro arrivo. Qualcuno cercava forse di sbarazzarsi di loro? Il resto della cena proseguì tranquillamente e, quando terminarono di mangiare, i due ragazzi salirono nelle loro stanze. Erano tutt’altro che tranquilli e perciò decisero di restare, fino a quando non avessero sentito sonno, entrambi nella stanza di François.
- Questa storia mi piace poco, François. - disse Chantal. E se riescono ad ucciderci? -
- La colpa non è mia, “rompiscatole”! Sei stata tu ad insistere tanto perchè venissimo qui. E ora non ce ne andremo! -
- Non ho mica detto di andarcene! Intendevo soltanto dire che sarà molto meglio restare in guardia! - sì risentì Chantal che uscì dalla stanza, offesa: - Preferisco correre rischi nella mia camera, piuttosto che discutere con uno ottuso come te!
François si mise a letto e meditò sull'identità di ciascuna delle persone presenti nel castello.
Chantal, invece, ancora irritata dalle parole del fratello, si dedicò alla lettura di uno dei suoi numerosi gialli
- “Il jolly assassino”. Beh, il titolo promette bene. - pensò.
La mattina seguente i ragazzi furono svegliati da una vivace disputa tra il maggiordomo e il giardiniere-guardiano.
- Ti avevo pregato ti fare buona guardia ieri! - urlò il maggiordomo. - Invece, quando sono sceso per prendere un libro, tu non eri al posto di guardia! -
- Mi sono assentato solo un momento. - si difese il guardiano. - Per prendere qualcosa da bere in cucina. -
- Per questa volta lasciamo stare, ma ti conviene fare buona guardia d'ora in poi. Si sono già verificati abbastanza incidenti. -
Il maggiordomo si allontanò.
- Non vanno molto d'accordo, si direbbe. - pensarono i ragazzi.
Terminata la colazione, i due fratelli decisero di saperne di più sui due litiganti. François andò, naturalmente, dal giardiniere, mentre Chantal si diresse dal maggiordomo.
- Oh, il signor Page! Quell'inglese da strapazzo! Un incompetente! Non ho mai capito perchè il signor Aghawam lo abbia assunto. Forse le comuni origini anglosassoni. Comunque, prima di morire, aveva in programma di licenziarlo. VI consiglio di tenerlo d'occhio! -
- François ottenne notizie del tutto differenti.
- Maigret è un buon maggiordomo ma penso che sia bravo a fare solo quello! Da quando è morto, il signor Aghawam ordina come se fosse lui il padrone.
- Come mai non andate d'accordo? Anche se avete caratteri differenti, è da molti anni che lavorate nella stessa casa. –
- Beh, vedi, un tempo eravamo amici, ma un giorno conoscemmo una ragazza, Rosalie, alle quali ci affezionammo entrambi. Lei preferì me e lui prese la cosa molto male. Da quel giorno la nostra amicizia finì. Inoltre, l'orgoglio gli impedisce di ammettere di essere stato sconfitto in amore, quindi non sorprenderti se negherà ciò che ti ho raccontato. - e detto questo, ritornò ai suoi fiori.
Dopo essersi consultati, Chantal e François continuarono la loro ispezione del castello. Iniziarono dalle camere da letto. Tutto era normale, tranne che nella stanza di Livy, dove uno strano particolare richiamò l'attenzione di François: ad una vecchia statuina, rappresentante una donna cinese, mancava la testa. Si diresse immediatamente da Livy per sapere se era stata lei a romperla.
- No, era già così quando sono arrivata. Ho pensato che fosse stata una delle cameriere a romperla, facendo pulizia. –
- Allora François rintracciò Jeanne.
- La statua cinese? Era stato il signor Aghawam a farle tagliare la testa. Aveva fatto collegare alla statuetta un meccanismo e quando si congiungevano le due parti si apriva la porta di un passaggio segreto nella stanza. -
- E non sa dove sia finita la testa? - chiese François.
- Mi dispiace, è da un pò di tempo che non la trovo più. Eppure ricordo di averla lasciata acconto all'altro pezzo.
- François ringraziò per le informazioni e raggiunse la sorella.
- Niente di sospetto? - chiese.
- Niente, e tu? - rispose Chantal.
- Soltanto un pezzo di meccanismo di un passaggio segreto nella stanza di Livy. Sfortunatamente l'altro pezzo è scomparso. -
- O l'hanno fatto sparire! - aggiunse Chantal.
IV
- La Loira è splendida in questa stagione! - affermò Vicky a pranzo. - Questo pomeriggio voglio recarmi a visitare qualcuno dei castelli storici dei dintorni. Ragazzi, venite anche voi assieme a Livy e a me? -
- Sarebbe bellissimo! Ho studiato i castelli dalla Loira e so che sono splendidi. Verrò volentieri. - rispose François. Poi aggiunse: - Anche Chantal sarà felice di venire, vero? -
- Ecco... io ho un forte mal di testa e preferirei restare qui. -
La risposta stupì tutti.
- Chantal, ma sei pazza? - le chiese il fratello quando restasrono soli. - I castelli sono sempre stati la tua passione! Hai sempre desiderato visitarli e ora, quando ti si presenta l'occasione, rispondi: “Ho mal di testa, preferisco non venire” Giuro che non ti capisco! -
- E quando mai capisci qualcosa, tu? - affermò malignamente Chantal. - In questo momento quello che più mi interessa è scoprire che cosa è accaduto ad Agatha. Avrò altre occasioni per visitare castelli. Per ora mi accontento di questo. -
- Cosa vuoi fare? - chiese François.
- Tenere sotto controllo la situazione. Probabilmente il colpevole dei nostri attentati avrà fatto progetti durante la nostra assenza, tipo preparare qualche altro trabocchetto contro di noi. Ma la mia rinuncia gli romperà le uova nel paniere! -
- Chantal, ti dico una sola cosa: stai attenta! Il nostro attentatore non scherza!
Dopo di che uscì dalla stanza.
- Mi dispiace Chantal. So che ti saresti divertita molto anche tu con noi. Mi raccomando, prendi le pastiglie che ti ho lasciato, ti sentirai meglio. -
- Certamente, non preoccuparti Vicky. Grazie di tutto. François ricordati di tenere a mente ogni particolare, per poi raccontarmi tutto! Ciao! -
Mentre l'auto si allontanava, François ebbe lo strano presentimento che la sorella andasse incontro ad un mare di guai!
Ritornata nella sua stanza, Chantal si sdraiò sul letto per riflettere sulle notizie avute: un'erede volatilizzata nel nulla, una statua spezzata e mancante della parte occorrente per aprire un passaggio segreto, il disaccordo tra il guardiano-giardiniere e il maggiordomo e, infine, gli attentati a lei e a François. Che collegamento poteva esserci tra i fatti? Dove si trovava Agatha? Forse nel castello? Se era così lei doveva scoprirlo. In quel momento le tornò in mente l'aiuola coperta di foglie che aveva notato in giardino.
- Sono sempre più convinta che quello non sia un sistema per proteggere fiori delicati. Io non m’intendo di botanica, ma non ho mai sentito di un trattamento simile. Quelle foglie nascondono qualcosa! Qualcosa che qualcuno non vuole che si scopra. Agatha! Devo assolutamente togliermi questo dubbio! - pensò la ragazza e in un baleno uscì dal castello e si precipitò in giardino.
La verde distesa di alberi e fiori era deserta e silenziosa. Era una fortuna che non vi fosse il giardiniere. Era molto meglio indagare senza intriganti intorno. Individuò senza fatica l’aiuola e, più la osservava, più la trovava strana. Non perse altro tempo. Si guardò nuovamente attorno e poi scavalcò la piccola recinzione che circondava l’aiuola. Frugò tra le foglie finchè la mano si trovò a contatto con un oggetto freddo, di ottone. La ragazza strinse l’oggetto e sollevò una parte di terreno. Aveva aperto una botola segreta! Col cuore che batteva all’impazzata Chantal scese le scale che le si presentarono davanti e richiuse la botola alle sue spalle. Le scale erano di marmo consumato, malandate e ripide. Chantal estrasse dalla tasca la torcia elettrica che portava sempre con se e la puntò verso il buio profondo che si apriva davanti a lei. Illuminò la stanza debolmente. Era semivuota e odorava di chiuso. Accostato ad una parete predominava un vecchio scaffale impolverato e in mezzo alla stanza c’era un tavolo quadrato. Ragnatele e muffa avvolgevano la stanza che un tempo doveva essere una cantina. Infatti in un angolo erano riposte alcune bottiglie di vino con le etichette ingiallite dal tempo. Chantal esplorò minuziosamente la stanza. Un angolo era occupato da un’enorme ragnatela con una macchia nera al centro. La ragazza si avvicinò per vedere meglio e si trovò di fronte ad un terribile ragno: la vedova nera! La torcia le scivolò di mano cadendo a terra e lei strillò indietreggiando. Non fece in tempo a voltarsi che un oggetto pesante la colpì alla testa. Dapprima vide la stanza rotearle attorno e poi cadde a terra. Da quel momento il buio sprofondò su di lei!
dai, ma che bella sorpresa... non vedo l'ora di leggere
RispondiEliminaSimona