Ed ecco il primo giallo dei ragazzi completamente inedito, regalatoci da una lettrice che ha risposto all'appello che abbiamo pubblicato nella sezione fan-fiction! Si tratta de La palestra stregata, un bel racconto scritta da P.A. Mirabelli, una storia che ci ricorda parecchio le avventure dei Tre Investigatori (anche se è ambientata ad Edinburgo, in Scozia), in particolare quelle scritte da M.V. Carey. Chi è P.A. Mirabelli? Di questa misteriosissima fan dei gialli dei ragazzi (oltre che di Sherlock Holmes, Miss Marple, Tolkien e Stephen King) non ci è dato di sapere molto, se non che da tenera studentessa delle medie, cercò di imitare le sue serie di gialli preferite. Tra i risultati c'è La palestra stregata, romanzetto candido ma fresco e coinvolgente, che è rimasto per circa trent'anni in un cassetto, ad aspettare che noi finalmente lo leggessimo. Grazie di cuore all'autrice per aver deciso di aprire il cassetto dove custodiva i manoscritti segreti della sua fanciullezza! Via quindi con la prima puntata!
LA PALESTRA STREGATA
Introduzione
Stanno per entrare in scena tre nuovi protagonisti del giallo: Chaterine O’Brien, Anthony Webb e Harlock Bannister. Sono tre ragazzini che frequentano il 3° anno della Scuola Media a Edimburgo, nella misteriosa e fantomatica Scozia. In occasione di un trasferimento in una strana palestra i tre fondano un’agenzia investigativa denominata “EDIMBURG DETECTIVES”.
Ma passiamo a conoscere meglio i tre nuovi eroi: Anthony è un sognatore, appassionato di fantascienza, con i capelli biondi e gli occhi azzurri; il secondo componente del gruppo è lo scanzonato Harlock, dai mossi capelli castani, occhi verdi, scettico riguardo a tutto e con una passione innata per le ragazze; l’ultimo componente è la simpatica Chaterine dai capelli color rame e dal viso cosparso di allegre lentiggini; nonostante sia l’unica ragazza del terzetto è munita di una volontà e di un coraggio esemplari.
I tre compagni sono accomunati dall’amore per il mistero e per il brivido e dimostreranno tutte le loro doti deduttive in questa prima avventura. Coraggio, il giallo sta per avere inizio.
I
- Ehi, Tony, devo mostrarti una cosa eccezionale! Mi ci sono voluti due anni, ma finalmente sono riuscito a trovarlo. –
A queste parole il biondo ragazzino si voltò sorridendo. Si tolse la maglietta madida di sudore e si avvicinò all’amico, che, ancora in tenuta ginnica, sbucava da uno stanzino facendogli segno di seguirlo. I due entrarono nel piccolo bagno della palestra maschile e Harlock, spostando il cesto dei rifiuti dalla parete, mostrò al biondo compagno un piccolo foro.
- Visto! – esclamò soddisfatto. – Indovina che cosa si vede attraverso il foro! –
Anthony si appoggiò alla parete rispondendo: - Non è una domanda tanto difficile. Conoscendoti non esiterei a rispondere che al di là della parete si aprono gli spogliatoi delle ragazze. –
- Appunto! –
- Depravato! –
Il suono della campanella troncò la conversazione.
- Muoviti a cambiarti. – fece Anthony riponendo con cura i propri abiti in un borsone dalla dorata scritta “Greendays”.
Quando i ragazzi piombarono in classe la professoressa di Italiano era già seduta alla cattedra. Un rumoreggiare di sedie era il chiaro sintomo del rientro della classe dalla palestra e così la ricciuta professoressa alzò gli occhi.
- Ragazzi, innanzitutto una notizia che vi riguarda personalmente. – fece una breve pausa, come era solita fare, e continuò: - Le vostre due palestre, maschile e femminile, quest’anno saranno sottoposte ad alcune modifiche strutturali, quindi non saranno agibili, e di conseguenza voi sarete spostati nelle palestre della vecchia scuola in Old Road. –
- No! – l’urlo di Harlock era accompagnato dalla rumorosa caduta del libro che teneva in mano. Anthony riuscì a stento a trattenere una risata quando dall’altro capo della classe Elisabeth esclamò terrorizzata: - Ma se è abbandonata, ci saranno i topi! –
- Stupendo! – si contrappose la voce di Chaterine – io adoro i topi. Sono i miei animali domestici preferiti! – Solo lei poteva considerare “domestici” i topi, ma questa non era la sola stranezza della ragazza: infatti, aveva la passione per tutto ciò che di lugubre poteva esserci. Questo era in parte a causa del lavoro del padre, patologo all’ospedale della città, che spesso collaborava con la polizia e aveva come hobby la tassidermia. Le varie esclamazioni da parte degli studenti sarebbero continuate per tutta la lezione, se la professoressa non si fosse affrettata a richiamare l’ordine, iniziando la spiegazione del primo capitolo di Storia.
- Accidenti! Proprio ora che avevo scoperto il modo per spiare le ragazze, dovevamo cambiare palestra! – esclamò adirato Harl oltrepassando il portone della scuola al termine delle lezioni.
- Su, non te la prendere. – cercò di consolarlo Anthony – Magari trovi un foro anche nei nostri nuovi spogliatoi. –
- Se mai ce ne fosse uno, stanne certo che lo troverò alla fine dell’anno! Che sfortuna! Ciao! – Harlock inforcò la bicicletta e sparì a tutta velocità fra le auto.
Una settimana dopo la classe III A, dopo essere stata radunata ordinatamente nel corridoio, fu scortata attraverso uno stretto vicolo, fino alla vecchia scuola “Blue flowers” in Old Road. Il grande edificio si stagliava cadente davanti allo sguardo costernato dei ragazzi, circondato da palazzine trasandate.
- Che squallore! – fece Harlock con una smorfia sul viso – e noi dovremmo fare ginnastica qui dentro? Ma qui crolla tutto! –
Il professore di Educazione Fisica, aprì cautamente il portone con le chiavi e gli altri lo seguirono titubanti.
In fondo al lungo e scuro corridoio centrale si apriva una porta a due ante, dove la professoressa condusse le ragazze, mentre i compagni e il professore presero a salire su per lo scalone che si trovava a destra. Ad ogni passo dei ragazzi le scale scricchiolavano sinistramente, finché, con un sospiro di sollievo e qualche ringraziamento al cielo, il gruppo si inoltrò attraverso una porta sconnessa nella palestra a loro assegnata.
Durante la prima mezz’ora tutto procedette abbastanza regolarmente, infatti, nonostante l’edificio fosse in rovina, gli attrezzi ginnici delle due palestre erano stati completamente rinnovati. I ragazzi nella palestra superiore si cimentavano nel salto in alto. Anthony prese la ricorsa, e mentre stava per saltare l’asta posta ad un metro e cinquanta, un urlo proveniente dal piano sottostante gli fece perdere l’equilibrio e piombò al suolo fragorosamente. Un attimo dopo la sbarra cadde sulle sue gambe.
- Accidenti! – esclamò furibondo mentre si sentì ora chiaramente un’invocazione d’aiuto giungere fino a loro!
II
- Era la voce della professoressa delle ragazze e subito tutti si avviarono cautamente giù dalle scale e in un lampo furono nell’altra palestra. Il quadro svedese, dove le ragazze stavano praticando i loro esercizi, si era staccato dalla parete ed era precipitato al suolo, intrappolando la ragazza che vi era sopra. I due professori aiutarono la sfortunata ragazza a liberarsi.
- Come va Cindy? – chiese premurosa Miss Tempton.
- Non riesco a muovere la gamba! – fu la lieve risposta.
Il professore tastò la gamba in questione e sentenziò: - E’ rotta, bisogna chiamare l’ambulanza. – e si allontanò seguito da alcuni ragazzi. Mentre la prof e le compagne consolavano la piangente Cindy, Chaterine si avvicinò ad Harl e Anthony. – E’ incredibile tutto questo! – disse guardando costernata il quadro al suolo. – I nostri attrezzi sono nuovi di zecca e il quadro ha già ceduto! E’ troppo strano! – Tony si avvicinò ad una delle catene di ferro che sostenevano il quadro. – Venite! – chiamò gli amici che subito si avvicinarono. – Questa catena è in ottime condizioni, si vede. E’ questo l’anello che ha ceduto. E’ì come gli altri e quindi era saldato perfettamente. Ci sarebbero voluti anni perché la ruggine iniziasse a corroderlo e a farlo cedere. –
- Vuoi forse dire che è stato aperto di proposito? – chiese Harl.
- Esatto! Qualcuno con una pinza ha aperto questo anello ma non completamente. E’ bastato il peso di alcune ragazze per farlo aprire sempre più fino a farlo cedere. E la più sfortunata è stata Cindy! –
- Quindi sarebbe potuto succedere a chiunque di noi? – esclamò Chaterine con un brivido, pensando allo scampato pericolo. Poi, come se ne sentisse il rimorso, si avvicinò a consolare la compagna incidentata.
- Così è stato un sabotaggio. – concluse Harlock. – Ma chi può voler far del male alle nostre compagne? - Si interruppero per ascoltare il professore che rientrava dicendo che l’ambulanza sarebbe arrivata a minuti. E così fu infatti. I barellieri si allontanarono con Cindy e la professoressa, mentre alcune ragazze si incaricarono di avvertire i genitori della compagna. Il rimanente della classe si sedette sul pavimento della palestra per scambiarsi sommessamente le proprie impressioni sull’incidente. Nessuno si sentiva nello stato d’animo adatto per fare ginnastica e inoltre c’era il pericolo che si potessero verificare altri incidenti simili. Anthony sussurrò all’orecchio di Harl: - Che ne diresti di venire qua questo pomeriggio per un sopralluogo? Potremmo controllare se qualche altro attrezzo è danneggiato! – L’amico accettò senza riserve, quando una mano si appoggiò improvvisamente sulle sue spalle, facendolo sobbalzare. – Ehi, voi due! Non vorrete venire qua senza di me! – esclamò sorridente Chaterine.
- Queste non sono cose per te. – cercò di giustificarsi Harlock. – Se ci scoprono passeremo dei guai, e non vogliamo coinvolgerti. –
- Niente affatto! Se non volete che spifferi tutto al professore dovete farmi venire con voi! –
- E va bene. – acconsentì Tony. – Ma solo a patto di non combinare guai. Nessuna iniziativa personale, ok? –
Alle 15 i tre compagni si incontrarono davanti al portone della loro scuola. Si avviarono con fare indifferente nel vicoletto che portava alla Blue Flowers. Davanti alla scuola abbandonata si guardarono cautamente intorno, prima di aprire il pesante portone. – Come avete fatto a procurarvi le chiavi? – chiese incredula Chaterine.
- Miss Tempton, in tutto quel trambusto di questa mattina, le ha lasciate cadere senza accorgersene. – spiegò orgoglioso Harlock. – E io, con vera maestria, le ho recuperate senza che nessuno se ne accorgesse, neanche tu, occhi di falco! –
La ragazza fece una smorfia: - Ci sei riuscito solo perché nessuno bada mai a te! –
Anthony calmò i dissensi entrando nell’edificio. Richiusa la parta, disse: - Ispezioniamo prima la palestra al piano superiore. –
Si avviarono, facendo attenzione a dove mettevano i piedi, per le scale e poi nella palestra. Ispezionarono attentamente ogni oggetto, quadro svedese, spalliera, aste, cavallo, funi, pertiche e tutto ciò che era in palestra.
- Non pensavo proprio che la nostra palestra fosse così attrezzata! – Sbuffò Harl dopo un’ora e mezza di ricerche.
- Qui è tutto a posto. – gli si avvicinò Anthony. – Possiamo andare al piano sottostante. –
Così entrarono nella palestra delle ragazze dove il quadro svedese trionfava in mezzo al pavimento.
- Ho sentito che verranno domani mattina a rimetterlo a posto e probabilmente daranno anche un’occhiata al resto. – disse Anthony. – Ma è meglio che scopriamo prima noi se c’è qualcosa che non va, non mi fido dei controlli della scuola. –
E così ispezionarono anche qui tutto minuziosamente, senza però successo. Chaterine, esausta, si sedette sul cavallo in fondo alla palestra. – Ragazzi, è inutile. – disse ai compagni. – Anche qui è tutto a pos… - ma non fece in tempo a terminare la frase perché due gambe del cavallo si spezzarono e lei scivolò a terra!
III
- Chaterine! Tutto bene? – domandò con ansia Anthony precipitandosi verso di lei.
- Sì, credo di sì. – rispose la ragazza mentre il compagno l’aiutava a rialzarsi.
- Fortuna che il cavallo ha ceduto oggi, altrimenti non credo che la sventurata che si sarebbe trovata in questa trappola durante una prova di salto se la sarebbe cavata così bene. – sentenziò Harlock.
Chaterine non era convinta che fosse stata proprio una gran fortuna, comunque fu costretta a convenire con l’amico.
- Anche le due gambe del cavallo sono state segate di proposito e poi accostate le une sulle altre, pronte a cadere al momento giusto! – esclamò Anthony dopo un breve esame del cavallo.
Prima che qualcuno potesse aggiungere altro le porte della palestra si spalancarono e sulla soglia comparvero il prof. Di educazione fisica dei ragazzi e alcuni uomini del Comune.
- Ragazzi, che ci fate voi qui? – esclamò stupefatto l’atletico Mr. Roberts, spostando lo sguardo dai ragazzi al cavallo e poi di nuovo sui ragazzi.
I tre amici si resero perfettamente conto che la situazione poteva essere equivocata, e così Anthony si affrettò a spiegare: - Aspetti, prof., non è come pensa! Noi siamo venuti qui per svolgere delle indagini, poi Chaterine si è appoggiata al cavallo che ha ceduto. Noi non c’entriamo! –
Tony spiegò anche il modo in cui erano entrati in possesso delle chiavi e fortunatamente il professore conosceva bene i ragazzi, così i tre se la cavarono con una bella ramanzina.
- Ora tornate a casa, ma guai a voi se vi ripesco da queste parti! lì salutò Mr. Roberts, cercando di assumere un’aria il più minacciosa possibile.
Ma Mr. Roberts non era il solo ad essere minaccioso: infatti anche il tempo non prometteva nulla di buono e mentre i ragazzi si incamminavano per Old Road incominciarono a cadere pesanti gocce di pioggia. I tre amici percorsero correndo l’ultimo tratto di strada fino al colorato “Friends Bar” situato di fronte alla scuola e che fungeva un po’ da ritrovo degli studenti. Non appena varcarono la soglia del bar, fuori cominciò a piovere a dirotto. Qui i ragazzi si sedettero ad un tavolino e ordinarono tre coke.
- Bel ringraziamento, quel Mr. Roberts! Ed io che ho rischiato di spaccarmi l’osso del collo! – esclamò dopo qualche minuto di silenzio Chaterine alla quale, evidentemente, non era andata giù di essere stata scacciata dalla palestra.
- Ci è andata fin troppo bene. – la rimproverò Tony. – Siamo stati degli incoscienti! La prossima volta dovremo adottare maggiori precauzioni! –
- Quindi contate di ritornarci? – chiese Chaterine.
- Certo! – rispose Harlock. – Questa storia è molto strana e voglio vederci un po’ più chiaro. Dovremo svolgere delle indagini… Oh, no, ragazzi! Guardate un po’ chi sta entrando! -
E tutti si voltarono a guardare i tre ragazzi che stavano riponendo gli ombrelli nel portaombrelli.
- Ma quello è Greg! – esclamò raggiante Chaterine. – E’ il ragazzo più bello della scuola! –
- Ed è anche il più odioso! – continuò Anthony. – E con lui ci sono anche gli immancabili David e Bernard! – concluse l’amico. – Speriamo che non ci vedano! –
Troppo tardi: Greg e compagni si stavano dirigendo proprio verso di loro.
- Ragazzi, non pensavo di trovarvi qui! – esclamò Greg con uno smagliante sorriso che evidenziava maggiormente la persistente abbronzatura estiva. – Ho saputo quello che è successo questa mattina nella palestra femminile! Mi spiace molto per Cindy, credo che domani andrò a trovarla. –
- E’ molto gentile da parte tua Greg, credo che le farai molto piacere! – esclamò melodiosa Chaterine.
I due amici osservarono l’espressione estasiata della ragazza e si scambiarono un’occhiata di disgusto.
- E voi, ragazzi, non siete ancora andati a trovarla? E’ una vostra compagna di classe, mi pare. – continuò imperterrito Greg.
- Oggi siamo stati molto occupati. – si limitò a rispondere Harl.
- Occupati? Non ditemi che state cercando di scoprire cos’è successo alla palestra? Secondo me si tratta di semplice negligenza. Comunque queste non sono cose da ragazzini. Non si tratta mica di un libro scomparso, vero ragazzi? – e Eric e Bernard si misero a ridere come se avessero ricevuto un ordine.
Il ragazzo si riferiva ad un episodio dell’anno scolastico precedente, quando Anthony e Harlock avevano aiutato un professore a recuperare un libro che non trovava più.
- Quello che noi facciamo non sono affari tuoi! – rispose aspramente Anthony. – E ora scusaci, ha smesso di piovere e vorremmo andare! – e si alzò seguito da Harlock. – Ciao Greg! E’ stato un piacere. Tu, Chaterine, che fai? –
- Vengo con voi! – rispose l’amica balzando in piedi, un po’ sorpresa dalla domanda.
I ragazzi si allontanarono per la via percorsa da rigagnoli d’acqua.
- Ragazzi, domani tutti a casa mia: dobbiamo preparare un piano d’indagine! –
- Ok, Tony! – rispose sorridendo Harlock. – Gliela faremo vedere noi a quello sbruffone di Greg! Vero Katy? – e diede uno spintone alla povera ragazza che rispose: - Ma sì, contate pure su di me! –
Poi tutti si avviarono verso casa.
IV
- Riepilogando, i fatti sono questi: - Anthony sollevò il foglio dove aveva appena finito stendere degli appunti. Il ragazzo stava passeggiando in su e in giù per la sua camera da letto dove lui e i suoi amici si erano rinchiusi mezz’ora prima.
- La palestra della scuola “Blue Flowers” è stata rimodernata questa estate. Poiché in passato vi si tenevano lezioni di danza classica la palestra era sprovvista di attrezzature sportive, quindi tutte le attrezzature sono state impiantate lì nuove di zecca! –
- Basta guardarle per capire che le nostre considerazioni sono esatte. – sentenziò Harlock, sdraiato sul pavimento.
- Esatto! – continuò Tony. – Da questo e dall’esame della catena di ferro del quadro svedese e delle gambe del cavallo, deduciamo che la palestra femminile è stata sabotata. Ma fin qui c’eravamo già arrivati. Ecco il secondo punto: solo la palestra femminile è stata sabotata, mentre quella maschile no. Perché? Questo ci fa escludere l’ipotesi che qualcuno non voglia che la “Ble Flowers” sia riaperta. –
- Forse il sabotatore non ha fatto in tempo a procurare danni anche alla palestra maschile – intervenne Chaterine, mentre finiva di gustare il gelato preparato dalla madre di Anthony.
- Oppure c’è in giro un pazzo maniaco maschilista che odia il sesso femminile! Una volta a mio padre è capitato di sezionare il cadavere di una ragazza che… -
- Grazie, Chaterine! Risparmiaci queste tue allegre storielle! – l’interruppe Anthony. – Bene, entrambe queste considerazioni possono essere giuste, ma per ora non abbiamo elementi sufficienti per trovare una risposta. –
- Io direi innanzitutto di indagare sul passato della “Blue Flowers”, cioè quando era ancora una scuola di danza classica. – propose Harlock.
Ottima idea, Harl! – approvò Katy. – Potremmo parlarne con Miss. Sally, l’insegnante di danza di mia cugina Elisabeth. Lei saprà sicuramente dirci qualcosa. –
- Ok! Dove possiamo trovare questa Miss Sally? – chiese Tony.
- Alla “Dance and Ballet” in Haminguay Street. Elisabeth ha una lezione di danza proprio oggi alle 15. –
I tre ragazzi inforcarono le loro bici e si diressero velocemente verso la scuola di ballo. Dopo aver lasciato le bici vicino al portone, entrarono. In fondo al corridoio videro una porta dalla quale proveniva una musica. L’aprirono e videro un gruppo di ragazze in tutù ballare sotto lo sguardo vigile di un’attraente ragazza sui 25 anni, dai lunghi capelli neri. Non appena le ballerine si accorsero della presenza dei ragazzi smisero di ballare.
- Ragazzi! Non potete stare qui. – disse Miss Sally rivolta verso di loro. – Se volete delle informazioni dovete rivolgervi alla prima porta a destra. –
- Veramente noi vorremmo parlare con lei. – affermò Chaterine, avanzando verso la giovane donna. – Mi chiamo Chaterine e sono la cugina di Elisabeth. Io e i miei amici vorremmo delle informazioni molto importanti da lei. Può ascoltarci per qualche minuto? –
Miss Sally restò in silenzio per alcuni istanti, osservando i volti supplichevoli dei tre ragazzi, quindi disse, rivolta alle ballerine: - Continuate l’esercizio. Io torno tra dieci minuti. – e condusse i ragazzi in un’altra stanza. – Allora, cosa volete sapere? – domandò l’insegnante di danza chiudendo la porta dietro di sé.
- Vorremmo qualche informazione sulla vecchia scuola di danza “Blue Flowers” in Old Road. – rispose prontamente Anthony.
- La “Blue Flowers”? Temo di non potervi essere di molto aiuto. Infatti la scuola ha chiuso circa 25 anni fa e io non ero ancora nata. –
- Perché è stata chiusa? – chiese Katy.
- Per una tragedia, mi pare, ma non ne sono molto sicura. – guardando i visi sconsolati dei tre, Miss Sally aggiunse: - Però, forse c’è una persona che può fornirvi maggiori informazioni! –
- Chi è? – proruppe Harlock.
- Mrs Greening. Era insegnante alla “Blue Flowers” proprio quando è stata chiusa. Ho il suo ultimo indirizzo di casa nella borsa. – quindi, dopo aver guardato nella sua agenda, esclamò: - Eccola qui! Abita in Kings Road n° 63. Potreste andare da lei. Ditele che vi mando io. E’ stata la mia vecchia insegnate di danza, ma ora ha abbandonato il lavoro. –
- Mille grazie, Miss Sally! – ringraziarono i tre amici e si precipitarono fuori sotto lo sguardo sorpreso delle giovani ballerine. Prima di montare in sella alle biciclette Tony disse:
- Senti, Chaterine, potresti andarci tu da sola da Mrs. Greening?-
- Certamente! – rispose la ragazza. – Ma perché? –
- Perché Harlock ed io dobbiamo seguire un’altra pista. –
- E cioè? – domandò Harl.
- Mi è venuto in mente che, probabilmente, a guardia della vecchia scuola ci dovrebbe essere un custode. Vorrei andarlo a trovare. –
- Ok! – convenne l’amico. – Katy, ci vediamo questa sera alle 21 a casa tua. –
E si separarono.
V
- Come facciamo a sapere dove vive il custode? Sicuramente sarà vicino alla scuola, ma non possiamo suonare tutti i campanelli per trovarlo! – dichiarò Harlock. – dovremmo andare da Mr. Roberts e chiederlo a lui. Ma temo che sarà dura convincerlo ad aiutarci! –
- Io ho un’idea migliore. Andiamo da Miss. Tempton! Con lei sarà più facile. –
Si fermarono ad una cabina telefonica per telefonare all’insegnante di educazione fisica femminile e appresero dalla madre di lei che era all’ospedale a far visita a Cindy. Raggiunto l’ospedale e trovata la stanza della compagna, entrarono.
- Ciao ragazzi! – esclamò Cindy. – Finalmente siete venuti a trovarmi! Ma dov’è Chaterine? –
- Beh, doveva aiutare sua madre… - cominciò Tony, imbarazzato e preso dai sensi di colpa.
- Comunque ha promesso che verrà presto! – continuò Harlock.- Come stai? Ti senti meglio? –
Alla risposta affermativa della ragazza, Anthony si rivolse a Miss Tempton: - E’ strano quello che è successo! Lei che ne pensa? –
- Gli strumenti erano perfettamente nuovi. Comunque, certi inconvenienti possono succedere! D’altra parte potrebbe anche essere stato qualche teppista in vena di scherzi pesanti! Old Road è una strada piuttosto isolata. –
- Ma non c’è un custode? – chiese prontamente Harl.
- Sì che c’è. – rispose l’insegnante. – Si chiamo Mr. Beker. Lui ha detto di non aver notato niente di sospetto ma, ovviamente, non è costantemente a guardia della scuola! –
- Abita lontano dalla scuola? – domandò a sua volta Anthony.
- No! Abita in fondo a Old Road. Al numero 42, mi pare. Non è molto distante dalla “Blue Flowers”. –
In quel momento entrarono nella stanza Greg, Eric e Bernard!
- Ragazzi! Che sorpresa!!! – esclamò Greg con il suo perenne sorriso ironico.
- Già, proprio una sorpresa! – fece Anthony. – Beh. È meglio andare. Qui ora siamo in troppi. –
- Soprattutto c’è uno di troppo!!! – concluse Harlock.
I due amici salutarono e tornarono alla loro indagine.
Chaterine raggiunse King’s Road in una ventina di minuti. Da entrambi i lati della strada si susseguivano casette eleganti, alcune con splendidi giardini e altre con splendidi cortiletti. Cercò il n° 63 e si fermò dinnanzi ad una piccola casa color crema circondata da una cancellata azzurra. Appoggiata la bicicletta, suonò il campanello. Dopo qualche istante si aprì la porta e sulla soglia comparve una grassa signora di mezza età.
- Buongiorno, signora! – esordì Chaterine. – Mi chiamo Chaterine O’Brien e sto cercando Mrs. Greening. –
- Sono io Mrs Greening. Entra pure, cara, il cancello è aperto. – Poi, notando l’espressione sconcertata della ragazza, riprese:
- Lo so che, normalmente, le ballerine di danza classica sono molto più minute, ma vedi io ho smesso di danzare ormai da anni, e non c’è come l’interruzione di un costante esercizio fisico che fa ingrassare! – detto ciò introdusse la ragazza in un elegante salotto con appese alle pareti numerose foto raffiguranti ballerine in tutù.
- Vedi, questa ero io! – affermò Mrs. Greening indicando una mora ballerina nell’atto finale della Morte del Cigno. – Gradiresti un po’ di the? –
- Con piacere Mrs. Greening. – rispose Chaterine accomodandosi sul divano.
- Se ti interessa, intanto, puoi guardare quei vecchi album di foto. –
Chaterine sfogliò con interesse le pagine degli album, zeppe di foto riguardanti la danza classica, affascinata dall’eleganza delle danzatrici, rialzando il capo soltanto quando la donna rientrò nella stanza con il the. – Oh, cara, non mi hai ancora detto perché mi stavi cercando. –
- Vede, la professoressa di italiano ci ha assegnato, come compito, da svolgere una ricerca su alcuni vecchi edifici di Edimburgo, e a me è capitato l’edificio che un tempo ospitava la scuola “Blue Flowers” in Old Road. Ho saputo che lei insegnava danza classica in quella scuola proprio quando venne chiusa. Lei può dirmi per quale ragione venne abbandonata? –
- Certamente! Vediamo… A sì, ecco: l’ultimo anno in cui io insegnai danza classica alla “Blue Flowers” era il 1976. Purtroppo avvenne una terribile tragedia, quell’anno, e proprio all’interno della scuola! –
- Accadde un incidente a qualche sua allieva? –
Mrs. Greening bevve una lunga sorsata di the, prima di continuare. – Non fu proprio un incidente, ma un suicidio. Devi sapere che tra le mie allieve c’era una certa Jolanda Mc. Peerson. Era una ragazza molto timida, ma aveva una grazia innata e una vera predisposizione per la danza. Eh, sarebbe diventata famosa, ne sono certa, se non fosse successo quello che è successo! – la donna si asciugò gli occhi lucidi, quindi riprese: - Jolanda aveva allora diciannove anni mi pare, e si era innamorata di un uomo molto più maturo di lei, già sposato. Come puoi immaginare, la loro storia durò poco, e lei rimase presto sola. Si mormorava addirittura che fosse rimasta incinta! Io cercai di parlarle e di aiutarla, ma lei smise di venire alle lezioni e rifiutò di vedere chiunque. Poi, una mattina, la donna delle pulizie la trovò impiccata nella palestra. –
- E quell’uomo, non si fece mai vivo? – domandò Chaterine, un po’ scossa.
- No, nessuno seppe mai chi era, e anche la madre di Jolanda sparì subito dopo i funerali e nessuno ne seppe più niente. -
- Chaterine bevve un ultimo sorso di the e si alzò: - La ringrazio molto Mrs. Greening. Penso che questo possa bastare. Ora devo andare. -
- Certo, cara, e vieni pure a farmi visita quando vuoi, mi farai molto piacere. -
- Verrò sicuramente, e, se non le spiace, porterò anche mia cugina Elisabeth che studia danza classica e rimarrà incantata dalle sue foto! -
- Oh, sì! Ti aspetto presto! -
Chaterine inforcò la bicicletta e si avviò velocemente verso casa.
VI
- E rieccoci in Old Road: sono quasi stufo di venire in questa via! - esordì Harlock non appena lui e l'amico entrarono con le biciclette nella vecchia strada. - Sbrighiamoci a trovare il numero 42 e a parlare con il Sig. Beker. -
- Avanzarono lungo la via e si arrestarono davanti ad una palazzina di tre piani la cui facciata tendeva a scrostarsi.
- Eccoci qui!. - esclamò Anthony appoggiando la bicicletta. - E' al primo piano. -
Suonarono il campanello ed attesero per alcuni minuti. Si affacciò alla finestra una donna sui 45 anni.
- Che volete? -
- Buongiorno! E' la signora Beker? - chiese Anthony gentilmente. - Scusi il disturbo. Siamo due studenti della Brighton School e vorremmo parlare con il signor Beker. E' in casa? -
- Sì, venite su. -
- Con uno scatto il portoncino si aprì. Salita una rampa di scale entrarono in casa. Il signor Beker stava guardando il notiziario alla televisione e pareva alquanto seccato dall'intrusione.
- Allora, che volete? - chiese ai due ragazzi. I due amici osservarono l'uomo che doveva essere prossimo alla cinquantina, con i capelli brizzolati e una voluminosa pancia, chiaro sintomo di un lavoro troppo sedentario.
- Scusi il disturbo – ripeté Anthony. - Il mio amico ed io studiamo alla Brighton Scool e scriviamo per il giornalino della scuola. Dobbiamo scrivere un articolo per la “Blue Flowers” e, visto che lei ne è il custode, vorremmo alcune informazioni. -
Mr. Beker li scrutò per qualche istante e, senza nemmeno falli accomodare, disse: - Che volete sapere? –
- Innanzitutto quando è stata costruita, cosa vi si insegnava e perché è stata abbandonata. – esordì Harlock.
Mr. Beker rimase in silenzio, poi rispose: - E’ stata costruita nel 1970 ed è stata adibita da subito a scuola di danza. Nell’autunno del 1976, mi pare fosse il mese di ottobre. – si interruppe ed accennò un mezzo sorriso. – Io ne sono sempre stato il custode, ma sono passati orami molti anni. Dicevamo che nell’ottobre del 1976 venne chiusa perché le ballerine si rifiutarono di proseguire le lezioni di danza nella scuola. –
- E perché? – chiese incuriosito Anthony. – Era in cattivo stato?-
- Assolutamente no. Era perfetta. Dovete sapere che si verificò in quei giorni un fatto grave: una delle ballerine si impiccò nella palestra. –
- Si impiccò!! – esclamarono sbalorditi i due ragazzi.
- Sì. – Mr. Beker sospirò. - _Non si seppe mai, almeno ufficialmente, il perché. Forse era depressa. Era una ragazza senza padre, probabilmente era molto debole. Chissà, forse una delusione d’amore. – Dopo una breve pausa di silenzio, riprese. – La scuola rimase chiusa fino a circa sei mesi fa, quando il provveditorato agli studi decise di riaprirla e di risistemare le due palestre perché gli studenti di una scuola qui vicino potesse seguirvi le lezioni di educazione fisica. Mi pare si tratti proprio della vostra scuola. –
- Sì, infatti. – rispose Anthony.
- Temo però che verrà richiusa presto. – intervenne Harlock. – Proprio durante la prima lezione si è verificato un incidente ad una delle ragazze nella palestra femminile. –
- Sì lo so. – rispose Mr. Beker. – Meglio così. Quella scuola è maledetta, credete a me! E’ meglio che rimanga chiusa, con i suoi ricordi e il suo dolore! –
I due ragazzi si guardarono un po’ sorpresi da questa affermazione. In quel momento entrò in casa un ragazzo sui 25 anni.
- Ciao pà. – salutò e subito s’interruppe quando vide i due ragazzi.
- Beh, ora togliamo il disturbo. – Anthony si rivolse a Mr. Beker. – Grazie per le informazioni. Verrà un bell’articolo. –
I due ragazzi uscirono silenziosi.
- Strano tipo. – esclamò Harl non appena si furono allontanati a bordo delle bici.
- Già. – convenne Anthony. – E che triste storia. Chissà se Chaterine ha saputo qualcosa di più sulla ragazza morta. – guardò l’orologio – è quasi ora di cene. Meglio rincasare. Ci vediamo questa sera. –
Dopo di che i due ragazzi si separarono ad un bivio.
Poche ore dopo Harlock appoggiava la bici accanto a quella dell’amico nel giardino di casa O’Brien ed entrava preceduto dalla madre di Chaterine.
- Ragazzi! – esclamò la signora O’Brien. – e’ arrivato Harlock. Vieni, sono nello studio di Peter che stanno guardando non so cosa. –
Harlock entrò nello studio e trovò i due amici intenti ad osservare un video sul computer del padre di Chaterine, che si voltò al suo ingresso.
- Ciao Harl! – lo salutò sorridendo. – vieni anche tu a vedere come sono venute bene le foto digitalizzate che ho fatto oggi all’obitorio. –
Il ragazzo si avvicinò al terzetto ed osservò le foto di alcuni cadaveri sezionati. Quindi guardò l’espressione disgustata di Anthony e quella elettrizzata di Chaterine e non riuscì a trattenere un sorriso.
- In questa famiglia sono pazzi! – pensò.
- Papà, grazie per la spiegazione, ma ora dobbiamo discutere di cose importanti. – Chaterine si alzò e condusse gli amici in camera sua. Richiusa la porta chiese: - Allora, cosa avete scoperto? –
I due amici raccontarono la loro visita a Mr. Beker, mentre la ragazza ascoltava in silenzio.
- E questo è tutto. – concluse Anthony. – E tu, sei andata da Mrs. Greening? –
- Sì, e praticamente ho saputo le stesse cose. Solo un particolare in più: Mrs. Greening sostiene che la ragazza, di nome Jolanda Mc Peerson, si uccise perché innamorata di un uomo sposato e che forse fosse addirittura incinta. –
- Tutto questo non spiega i sabotaggi alla palestra. – interruppe Harlock.
- Forse qualcuno non vuole che la scuola riapra perché teme che la storia possa venire fuori – rispose Anthony.
- O forse la ragazza non si è suicidata, è stata uccisa, e qualcuno non vuole che si scopra la verità! – riprese Chaterine.
Furono interrotti dall’arrivo della signora O’Brien. – Katy, c’è Elisabeth al telefono. –
- Katy, vieni subito! – dall’altro capo del filo la voce della cugina era concitata. – Sono da Miss Sally. C’è qui Mrs. Greening che dice di aver visto un fantasma! –
Forte! divertente, intrigante e fresco... come le ciliegie
RispondiEliminaBellooooooooooo!!!
RispondiEliminaGrazie, Paola!
RispondiEliminaMolto piacevole da leggere, davvero intrigante. Complimenti all'autrice, non vedo l'ora di leggere la seconda parte.
RispondiEliminaIo Paola Mirabelli dichiaro che il racconto La palestra stregata è frutto del mio ingegno, che ne detengo i diritti e ne autorizzo la pubblicazione sul blog www.http:giallodeiragazzi.blogspot.it
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